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Home > Gli Eventi > Mostre > Il pulcino patafisico, per non parlar dell'elefante
Il pulcino patafisico, per non parlar dell'elefante
Il pulcino patafisico, per non parlar dell'elefante
18/06/2014
Scale che portano verso il cielo,
Spirali caotiche,
Nidi ai quali ritornare,
Barchette che ci tengono in equilibrio precario,
Animali ibridi e vagine dentate…
I dinosauri ci seppelliranno??
Il paradiso iconografico di Alberto Casiraghy si nutre di metamorfosi, alterna il segno grafico
e pittorico con piccole icone di infinito: scale che portano dalla terra al cielo , imbuti nei quali
immergersi e sprofondare, vagine chiuse e vagine dentate, nidi ai quali tornare e animali
ibridi che esistono solo nella sua mitologia personale.
Poiché le sue uniche certezze sono i dubbi, le opere che crea sono domande che si pone
sulla realtà, domande che rimangono fluttuanti sulla carta. Non si aspetta una risposta, si
nutre di esse come un piccolo formichiere raccoglie i bastoncini del sogno per farne una
casa.
La Natura è la sua massima fonte di ispirazione, madre e matrigna crudele allo stesso
tempo.
Le opere di Casiraghy sono allegorie del cosmo, sono dualità che non si congiungono mai
se non nella vita reale, i suoi sono viaggi da fermo eppure è un esploratore, un esploratore
dell'inconscio.
Conoscendolo personalmente posso dire che Alberto è un piccolo Giano Bifronte, ma credo
vorrebbe avere occhi sparsi ovunque sul corpo perché è goloso della realtà come delle
ciliegie.
(Valeria Vaccari)
La personale allo Spazio Ostrakon sarà accompagnata da alcuni suoi libretti storici, nonchè
di due nuovissimi, stampati per l’occasione in trenta copie, illustrati da Kika Bohr e Monika
Wolf, recanti rispettivamente il numero di edizione 9197 e 9199. Saranno anche esposti
alcuni cliché realizzati in legno di bosso dallo scomparso incisore Adriano Porazzi. Si
potranno ammirare le stampe Giclée di Francesco Di Paolo, tratte dalle incisioni del
Porazzi su disegni di Casiraghy.
Scale che portano verso il cielo,Spirali caotiche,Nidi ai quali ritornare,Barchette che ci tengono in equilibrio precario,Animali ibridi e vagine dentate…I dinosauri ci seppelliranno??Il paradiso iconografico di Alberto Casiraghy si nutre di metamorfosi, alterna il segno graficoe pittorico con piccole icone di infinito: scale che portano dalla terra al cielo , imbuti nei qualiimmergersi e sprofondare, vagine chiuse e vagine dentate, nidi ai quali tornare e animaliibridi che esistono solo nella sua mitologia personale.Poiché le sue uniche certezze sono i dubbi, le opere che crea sono domande che si ponesulla realtà, domande che rimangono fluttuanti sulla carta. Non si aspetta una risposta, sinutre di esse come un piccolo formichiere raccoglie i bastoncini del sogno per farne unacasa.La Natura è la sua massima fonte di ispirazione, madre e matrigna crudele allo stessotempo.Le opere di Casiraghy sono allegorie del cosmo, sono dualità che non si congiungono maise non nella vita reale, i suoi sono viaggi da fermo eppure è un esploratore, un esploratoredell'inconscio.Conoscendolo personalmente posso dire che Alberto è un piccolo Giano Bifronte, ma credovorrebbe avere occhi sparsi ovunque sul corpo perché è goloso della realtà come delleciliegie.(Valeria Vaccari)La personale allo Spazio Ostrakon sarà accompagnata da alcuni suoi libretti storici, nonchèdi due nuovissimi, stampati per l’occasione in trenta copie, illustrati da Kika Bohr e MonikaWolf, recanti rispettivamente il numero di edizione 9197 e 9199. Saranno anche espostialcuni cliché realizzati in legno di bosso dallo scomparso incisore Adriano Porazzi. Sipotranno ammirare le stampe Giclée di Francesco Di Paolo, tratte dalle incisioni delPorazzi su disegni di Casiraghy.

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